Il
mare a settembre
Foto
e Testo di Donatella Cacchioni
+Notizie
e foto dal Web
Questa volta sono io che vi invito visitare uno dei paesi
della Sardegna del Sud – Orientale,
VILLASIMIUS.
…il mare caraibico d’ Italia.
Legata da profonde origini da parte di madre.. ..il
richiamo di questa terra è più forte che mai, e più ci vengo più mi piace……più
la scopro e più ritorno…decantando agli altri le meraviglie del posto.
Ideale venirci da settembre sino ad ottobre inoltrato per
le ottime condizioni climatiche, atmosfera rilassante, ve la godrete … senza
fretta e senza stress. Le meravigliose spiagge Bianche e il silenzio dei luoghi
in questo periodo permettono di ammirare la natura circostante, il mare dai
colori incredibili, ai graniti immensi che emergono dalle acque,
ai fondali marini ricchi di crostacei e pesci.. ma che
racchiudono storie di vecchi navigatori…i loro relitti raccontano …..dalla nave
Romana affondata nei pressi di Cala
Sinzias, alla nave aragonese vicino all’
isola dei Cavoli nel xv secolo con il suo carico di cannoni, azulejos e vasi
esposti al Museo Archeologico di Villasimius, per gli appassionati di
immersioni ideale per passeggiate subacquee….questo angolo di paradiso
dichiarato Area Marina Protetta. I
panorami e paesaggi circostanti pazzeschi….vedere per credere.
I profumi delle
grigliate di carni e di pesce …meravigliosi….accompagnate dal vino Cannonau, i
malloreddus con salsiccia, il fiore sardo
pecorino, il pane pistoccu, il torrone fatto con miele e frutta secca,
gli amaretti morbidi di mandole, piricchittus altri dolcetti con glassa di
zucchero, le seadas, e il mirto il liquore di Sardegna. Gusti e sapori che
potrete assaporare solo qui.
Vi ho invogliato? …No?...allora ecco altre notizie e foto
che ho raccolto per voi.
Ciao a tutti ….Donatella.
Villasimius
è un paese recente, nonostante il suo territorio sia stato abitato fin dai
tempi più remoti come confermano
nuraghi, costruzioni d'età fenicia, punica e romana. Durante il medioevo il
principale insediamento sorse nei pressi del promontorio di Capo Carbonara.
L'antica cittadina viveva grazie all'attività dei carbonai che potevano
sfruttare le ampie distese boschive dei monti circostanti. Come testimoniano alcuni
documenti del XIV secolo, relativi ai dazi pagati da pastori e agricoltori alla
famiglia Visconti, il territorio fece parte dei possedimenti della potente
famiglia Valenzana dei Carroz. A partire dal XVI secolo sorse il sistema
difensivo di torri costiere, che caratterizza l'area. Le torri furono edificate
dagli spagnoli, a scopo difensivo, contro le scorrerie dei pirati
turco-barbareschi, provenienti dal nord Africa, a causa dei quali gli abitanti,
tra il XVI e il XIX secolo, furono costretti ad abbandonare la zona.
Carbonara fu poi ricostruita agli inizi del XIX secolo per
iniziativa dei pastori che potevano sfruttare i ricchi pascoli dell'interno.
Agli inizi del novecento gli abitanti hanno cominciato a sfruttare il mare, con
una piccola attività di pesca, e la grande cava di granito che, con
l'estrazione, ha valorizzato il lavoro degli scalpellini. Ripopolato nel primo
quarto del XIX secolo, il villaggio di Carbonara contava poche famiglie di
pastori ed agricoltori, provenienti da diverse zone dell'isola. Nel 1862 gli
abitanti di Carbonara decisero di mutare il nome del loro paese in Villasimius.
Il paesaggio e la natura: la
bella costa ad oriente di Cagliari è attraversata da una strada panoramica che,
sfiorando le belle cale di Quartu (Cala Regina con la torre omonima),
Maracalagonis e Sinnai (Torre delle Stelle, Geremeas e Solanas), giunge a Capo
Boi con le sue rocce a precipizio sul mare. Da qui la costa procede con l'ampio
golfo di Carbonara, chiuso ad oriente dal promontorio omonimo di fronte al
quale si trova l'isola dei Cavoli. Nelle coste ad occidente di Villasimius si
trovano le spiagge di Porto Sa Ruxi e di Cala Carbonara e, verso il porto, la
candida spiaggia del Riso. Oltre il porticciolo, a partire dallo Stagno di
Notteri, si innalzano le impervie rocce del promontorio granitico di Capo
Carbonara, da cui si domina l'isola dei Cavoli. La costa orientale comprende le
belle spiagge di Porto Giunco e di Simius e, più a nord, altre cale che si
raggiungono facilmente grazie alla strada panoramica verso Muravera. Di fronte
alla costa orientale, in prossimità di punta Molentis, si trova l'isola
Serpentara (così chiamata per la sua forma sinuosa). Muravera, rinomata per la produzione degli agrumi (vi si
svolge un'interessante sagra) è anche una frequentata stazione balneare,
soprattutto per la presenza del vasto insediamento turistico di Costa Rei-Monte
Nai che interessa un tratto costiero di notevole valore paesaggistico, dominato
da una immensa spiaggia. Ancora più a nord si trova lo stagno di Colostrai, un
vasto specchio d'acqua ricchissimo di pesce e chiuso dalla magnifica e ampia
spiaggia di Cristolaxedu. Nell'area la vegetazione è abbastanza scarsa con
lembi degradati di macchia e boscaglia a lentisco e ginepri. I
rimboschimenti a pini, acacie ed eucalipti in parte hanno sostituito e sono
stati sovrapposti alla macchia a ginepro coccolone. Da segnalare la berta
minore che nidifica sull'isola dei Cavoli.
Cucina Tipica Sarda
La
cucina sarda è molto varia ma l’elemento comune fondamentale è la semplicità:
generalmente i cibi vengono manipolati poco in fase di preparazione e si punta
soprattutto sulla bontà del prodotto di partenza.
Primi piatti
Fra i primi piatti più conosciuti ci
sono i culurgioni (ravioli con ripieno di patate e
formaggio fresco, o ricotta e verdure cotte, a seconda delle zone, chiusi in
varie maniere e conditi con sugo di pomodoro e pecorino sardo), i malloreddus (gnocchetti di farina di semola e
acqua, rigati e conditi in vari modi) e gli gnocchi di patate, anche questi
conditi in vari modi.
Piatti unici
Come piatto unico è molto buona la panada, un recipiente di pasta sottile e friabile che
può contenere carne e verdure, anguilla e verdure o anche solo verdure (con i
carciofi è davvero speciale), ricoperto con un disco di pasta, messo in forno e
mangiato caldo o tiepido. Si trova soprattutto nel Campidano e a Cagliari; nei negozi di alimentari o nei
panifici si può trovare già pronta o leggermente precotta, da mettere in forno
prima di consumarla.
Formaggi
Fra i formaggi, è quasi scontato ricordare i pecorini; per reperirne della qualità migliore fate
affidamento ai consigli di abituali consumatori in loco.
Altri formaggi molto conosciuti sono la ricotta di pecora, consumata sia in purezza, sia inpreparazioni salate e dolci; il fiscidu, o fruhe, o casu agéru o uno degli altri 20 nomi con cui è conosciuto, un formaggio fresco e sodo dal sapore leggermente acidulo che richiama quello dello yogurt; il casu marzu, per stomaci un po’ forti (è conosciuto anche come “formaggio coi vermi”) e soprattutto per chi riesce a trovarlo, perché in base alle norme comunitarie è stato escluso dal commercio, anche se pare sia una leccornia.
Altri formaggi molto conosciuti sono la ricotta di pecora, consumata sia in purezza, sia inpreparazioni salate e dolci; il fiscidu, o fruhe, o casu agéru o uno degli altri 20 nomi con cui è conosciuto, un formaggio fresco e sodo dal sapore leggermente acidulo che richiama quello dello yogurt; il casu marzu, per stomaci un po’ forti (è conosciuto anche come “formaggio coi vermi”) e soprattutto per chi riesce a trovarlo, perché in base alle norme comunitarie è stato escluso dal commercio, anche se pare sia una leccornia.
La carne
La
carne è molto buona: gli animali
sono allevati in grandissima parte allo stato brado o semibrado e, ignari, si
“condiscono” da soli con erbe aromatiche e altre piante della macchia; il
risultato, come si può immaginare, è che arrosti e spiedi vari si gustano
appieno e meglio senza l’aggiunta di intingoli che ne coprono il sapore.
Tra le carni quelle preferite sono quelle dei maialetti da latte, dei
capretti, degli agnellini di pochi chili e di tutta la selvaggina e la cacciagione.
Grandi arrosti, soprattutto di maialino o capra, vengono organizzati in molte piazze in occasione di feste e sagre, in diversi periodi dell’anno. Fatevi consigliare da qualcuno del posto che vi può dare indicazioni sulle sagre più appetibili in zona.
Nonostante la tradizione culinaria sarda sia legata più alla terra che al mare, si fa largo consumo di pesce, cucinato solitamente in maniera semplice, alla brace o alla griglia, o, nel caso di frutti di mare, consumati freschissimi e cotti appena, o addirittura crudi.
Anche in questo caso chiedete consiglio a qualcuno che in maniera disinteressata e da semplice avventore potrà darvi qualche buon indirizzo dove mangiare pesce fresco e altri piatti di mare a prezzi abbordabili o che, consiglio non meno utile, vi indicherà quali sono i posti acchiappa-turisti da evitare.
Alcune zone si distinguono per le loro specialità.
Grandi arrosti, soprattutto di maialino o capra, vengono organizzati in molte piazze in occasione di feste e sagre, in diversi periodi dell’anno. Fatevi consigliare da qualcuno del posto che vi può dare indicazioni sulle sagre più appetibili in zona.
Nonostante la tradizione culinaria sarda sia legata più alla terra che al mare, si fa largo consumo di pesce, cucinato solitamente in maniera semplice, alla brace o alla griglia, o, nel caso di frutti di mare, consumati freschissimi e cotti appena, o addirittura crudi.
Anche in questo caso chiedete consiglio a qualcuno che in maniera disinteressata e da semplice avventore potrà darvi qualche buon indirizzo dove mangiare pesce fresco e altri piatti di mare a prezzi abbordabili o che, consiglio non meno utile, vi indicherà quali sono i posti acchiappa-turisti da evitare.
Alcune zone si distinguono per le loro specialità.
Costa occidentale
Sulla costa
occidentale si produce la bottarga, uova di pesce (muggine
o tonno) essiccate e stagionate. Molti la grattugiano sulla pasta o sulla
pizza, ma si può consumare anche in insalata, tagliata a piccole scaglie.
Sud ovest
Nel sud ovest, in
particolare a Carloforte, si ha un’antica tradizione di tonnare e al tonno è
stato dedicato pure un festival, il Girotonno: si tiene
fra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno e oltre alle specialità
locali si trovano da quest’anno anche stand gastronomici di molti paesi del
Mediterraneo. Le rade di Alghero e del Golfo
dell’Asinara sono ricche di aragoste e altri crostacei: l’aragosta
all’algherese o alla castellanese (da Castelsardo) sono la portata principale
dei ristoranti della zona.
Pane
Le varietà di pane
sono tantissime, quella più caratteristica è forse il pistoccu, o pane carasau,
o carta musica, grossi fogli circolari asciutti e croccanti ricavati da una
sorta di pagnotta dalla sfoglia sottilissima che viene cotta nel forno a legna e
che cuocendo si gonfia per poi essere divisa in due parti, rimesse in forno per
la carasatura.
È originario della Barbagia ed è nato come pane a lunga conservazione per i pastori che portavano le greggi al pascolo sui monti dell’interno; per questo in genere si trova prodotto artigianalmente nei forni della Barbagia e dell’Ogliastra, mentre nel resto della Sardegna si può comunque trovare “importato” dalle zone di produzione.
Si può trovare anche nelle varianti integrale e con patate; si può mangiare asciutto, magari insieme a olive o pecorino, o si può bagnare (poco e solo il lato più ruvido, altrimenti diventa troppo molle) per scarpette o farciture, o essere condito con olio e sale e leggermente grigliato (pane guttiau) oppure essere condito con sugo di pomodoro e pecorino (pane frattau).
In molti paesi in occasione di feste o ricorrenze particolari vengono preparati pani dalla pasta molto lavorata e composta in forme artistiche e decorative, talmente belle che sembra un peccato mangiarle.
È originario della Barbagia ed è nato come pane a lunga conservazione per i pastori che portavano le greggi al pascolo sui monti dell’interno; per questo in genere si trova prodotto artigianalmente nei forni della Barbagia e dell’Ogliastra, mentre nel resto della Sardegna si può comunque trovare “importato” dalle zone di produzione.
Si può trovare anche nelle varianti integrale e con patate; si può mangiare asciutto, magari insieme a olive o pecorino, o si può bagnare (poco e solo il lato più ruvido, altrimenti diventa troppo molle) per scarpette o farciture, o essere condito con olio e sale e leggermente grigliato (pane guttiau) oppure essere condito con sugo di pomodoro e pecorino (pane frattau).
In molti paesi in occasione di feste o ricorrenze particolari vengono preparati pani dalla pasta molto lavorata e composta in forme artistiche e decorative, talmente belle che sembra un peccato mangiarle.
Dolci
Per quanto riguarda i
dolci, gli ingredienti principali di molti dolci sardi sono mandorle e altri
tipi difrutta secca, arance confettate, alcuni formaggi dolci e
soprattutto il miele, che viene usato in molti impasti. Il miele
sardo ha un sapore intenso e forte che richiama i profumi della macchia ed è
l’ingrediente base di un torrone veramente speciale e che non ha altro zucchero
aggiunto.
Fra i dolci a base di mandorle ci sono gli amaretti, un croccante chiamato gattò (forse dal francese gateau), i gueffus, o sospiri (caramelline di pasta di mandorle finissima; si trovano anche nella variante al mirto) e molti altri.
Un altro dolce molto buono è la seada, una sorta di raviolone ripieno di formaggio dolce e filante, fritto e servito caldo, ricoperto a piacere di miele o zucchero. Le caschettas, o dolci della sposa, sono dei cestini di sfoglia sottilissima ripiena di miele, cannella, buccia d’arancio e nocciole.
L’aranzada è un impasto di fili sottilissimi di buccia d’arancia fatti caramellare a lungo nel miele con l’aggiunta di bastoncini di mandorle. Le formaggelle sono vaschette di sfoglia con un ripieno di ricotta e zucchero colorati da un po’ di zafferano.
Fra i dolci a base di mandorle ci sono gli amaretti, un croccante chiamato gattò (forse dal francese gateau), i gueffus, o sospiri (caramelline di pasta di mandorle finissima; si trovano anche nella variante al mirto) e molti altri.
Un altro dolce molto buono è la seada, una sorta di raviolone ripieno di formaggio dolce e filante, fritto e servito caldo, ricoperto a piacere di miele o zucchero. Le caschettas, o dolci della sposa, sono dei cestini di sfoglia sottilissima ripiena di miele, cannella, buccia d’arancio e nocciole.
L’aranzada è un impasto di fili sottilissimi di buccia d’arancia fatti caramellare a lungo nel miele con l’aggiunta di bastoncini di mandorle. Le formaggelle sono vaschette di sfoglia con un ripieno di ricotta e zucchero colorati da un po’ di zafferano.
Vini
Fra i vini sono ormai
noti a tutti il Vermentino, vino bianco che si produce in tutta la Sardegna, ma con alcune DOCG in Gallura, e il Cannonau, che pare
essere uno dei vini più antichi di tutto il Mediterraneo: è rosso e forte ed è
il meritato accompagnamento per pranzi sostanziosi a base di culurgioni e
arrosti di maialino o agnello. Per il Cannonau è
molto famosa la zona di Jerzu, in Ogliastra,
dove durante la prima settimana di agosto si tiene la Sagra del vino, con
degustazioni e visite alle cantine.
Un vino liquoroso tipico della Sardegna è il mirto: prediligete le produzioni artigianali onde evitare dubbi sull’aggiunta di coloranti o aromi naturali.
La Sardegna ha anche una birra di produzione locale che si trova praticamente in tutti i bar, ristoranti e negozi di alimentari dell’isola: è chiara, piuttosto buona e amarognola al gusto.
Negli ultimi anni sta prendendo piede una forma di turismo enogastronomico un po’ particolare: è infatti possibile visitare gli antichi ovili del Supramonte, con la guida dei proprietari o di guide escursionistiche, e consumare in questa cornice bucolica banchetti a base di prodotti della cucina sarda. L’iniziativa è molto apprezzata sia dai sardi che dai turisti e qui più che mai varrà il passaparola di chi ha già provato l’esperienza per scegliere le escursioni, ma soprattutto i menù, che meritano di più.
Un vino liquoroso tipico della Sardegna è il mirto: prediligete le produzioni artigianali onde evitare dubbi sull’aggiunta di coloranti o aromi naturali.
La Sardegna ha anche una birra di produzione locale che si trova praticamente in tutti i bar, ristoranti e negozi di alimentari dell’isola: è chiara, piuttosto buona e amarognola al gusto.
Negli ultimi anni sta prendendo piede una forma di turismo enogastronomico un po’ particolare: è infatti possibile visitare gli antichi ovili del Supramonte, con la guida dei proprietari o di guide escursionistiche, e consumare in questa cornice bucolica banchetti a base di prodotti della cucina sarda. L’iniziativa è molto apprezzata sia dai sardi che dai turisti e qui più che mai varrà il passaparola di chi ha già provato l’esperienza per scegliere le escursioni, ma soprattutto i menù, che meritano di più.
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